Non esistono manuali per diventare perfetti genitori. Ogni bambino è un essere unico, con un proprio carattere e un proprio approccio alla vita. Il giorno che nasce il bambino nascono anche una mamma ed un papà.
La crescita del bambino è un momento molto delicato. Proprio in questo periodo possono presentarsi disturbi comportamentali, blocchi emotivi o difficoltà sociali. In questi casi entra in campo la psicologia infantile che lavora a contatto con i bambini studiando ogni singolo processo di sviluppo.
Psicologia infantile: quando è necessario portare il bambino dallo psicologo infantile
Capire se è il caso o meno di portare il proprio figlio dallo psicologo non è per niente facile.
I campanelli d’allarme sono comportamenti che possono presentarsi quotidianamente senza nessun vero problema dietro. Sta a noi capire se quel comportamento è eccessivo e quindi si necessita di un esperto.
Gli atteggiamenti da monitorare sono:
- Isolamento
- Iperattività
- Ansia
- Difficoltà a dormire
- Mancanza di appetito
- Lentezza nel linguaggio
- Difficoltà nel separarsi da un oggetto
- Aggressività verso i coetanei
- Avere di nuovo la necessità del pannolino dopo averlo tolto
Spesso, allo psicologo viene affiancata anche un’altra figura molto importante: IL LOGOPEDISTA!
Logopedista: Chi è e Cosa fa
Il logopedista è un medico specializzato nel trattamento delle patologie legate alla comunicazione e al linguaggio, spesso associato a difficoltà di apprendimento e di sviluppo della memoria.
Il compito del logopedista è quello di trovare soluzioni mirate per superare il problema.
E’ una figura molto utile nel caso di:
- Disturbi del linguaggio
- Disturbi fonologici
- Disturbi di apprendimento
- Dislessia e ADHD
- Ritardi mentali
- Disturbi dell’attenzione
- Patologie neurologiche
- Autismo
- Demenza
- Disfonia
Importantissimo: anche nel caso di balbuzie, ovvero blocchi involontari nel linguaggio.
In genere compare dai 2 ai 6 anni, ma potrebbe manifestarsi anche in età adulta. Nella maggior parte dei casi è causata da una predisposizione genetica, ovvero potrebbe presentarsi se ne è affetto un parente di primo grado.
Psicologia infantile: sviluppare l’empatia nei bambini
Oltre alle figure professionali, un metodo per superare diversi disturbi è sviluppare al meglio l’empatia dei bambini. L’empatia è una qualità innata, nei primi mesi si manifesta imitando gli altri bambini.
Vi è mai capitato di vedere un bimbo che piange e di punto in bianco piange anche un altro bambino lì presente?
Ecco, proprio quello è il manifestarsi dell’empatia. Dall’anno iniziano a capire che sono persone diverse, infatti se si trovano davanti un bimbo che piange il gesto che viene loro istintivo è quello di donargli il loro peluche preferito.
Dai 2 anni si realizza la vera esperienza empatica, non daranno più il loro peluche ma quello preferito dal bambino interessato. Dai 6 anni in su l’esperienza empatica diventa sempre più complessa stabilizzandosi definitivamente dai 9 anni.
Psicomotricità: come aiuta il bambino
La psicomotricità è importante per potenziare lo sviluppo del bambino in un contesto ludico di gioco, azione e interazione. Favorisce uno sviluppo armonico e completo valorizzando le funzioni motorie, emotive, intellettive e sociali.
La psicomotricità aiuta a spronare i bambini timidi e insicuri e al contrario a far scaricare dalle tensioni i bimbi troppo vivaci con mancanza di attenzione.
E’ utile per far ritrovare il giusto equilibrio tra mente e corpo.
Il logopedista spesso si interfaccia con questa disciplina per migliorare la cura in alcuni suoi pazienti. Questo per favorire l’emotività, la socializzazione, l’integrazione scolastica e l’autonomia.
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